IL MATTINO

23.06.02

 

Parla il direttore dell’Accademia
«Aspettiamo la Libia e i Balcani»

di Antonella Durazzo

Il Mediterraneo ha una casa nel cuore di Napoli: battuta la concorrenza di Marsiglia, candidata d’eccellenza, possiamo dire d’aver vinto una scommessa. Incontriamo il direttore generale dell’Accademia, Michele Capasso (nella foto), tra gli artefici del progetto.Quali saranno i prossimi passi?
«L’esigenza primaria è quella di consolidare il ruolo di rappresentanza istituzionale che ha l’Accademia. I paesi membri ne hanno, ognuno, sancito l’ufficialità, e per la prima volta i paesi della Riva Sud del Mediterraneo hanno in Europa un loro luogo di rappresentativa istituzionale».
Le parole d’ordine? «Cultura, ricerca, dialogo, sviluppo. I mezzi che adopereremo per promuovere le culture del Mediterraneo sono già in attuazione, come l’Agenzia video stampa o il portale Euromediset che avrà funzioni sia interrogative che d’informazione. Sono 168, infatti, le Università che vi collaborano per omologare le banche dati». Che ruolo svolgerà la sede centrale?
«Mensilmente, nella sala Marrakesh, i sindaci, i rettori, i presidenti delle Camere di Commercio e più in generale i rappresentanti delle città mediterranee s’incontreranno per dibattere e confrontarsi. Intanto aspettiamo che si completino le procedure per rendere utilizzabile il sottotetto e il Torrino Belvedere di Palazzo Reale, dove ogni delegazione avrà una sua sede stabile.
27 paesi membri contro i 35 che si affacciano sul Mediterraneo. «Mancano all’appello la Libia ed i paesi balcanici. Ma nella sala di rappresentanza ci sono già le loro bandiere. Li aspettiamo.
Oltre ad una bandiera, il mediterraneo ha un inno. «Lo ha scritto il maestro Marco Betta, ma per il momento è senza parole perché il testo è stato contestato sia dagli israeliani che dai palestinesi. Forse solo quando tutti lo accetteranno potremmo dire d’aver fatto del Mediterraneo un mare di pace».