“IL DENARO”

 

27 dicembre 2002

 

 

La Giunta di Santa Lucia diventa responsabile della Commissione Nord-Sud dell’ARE

Campania, ponte verso il Mediterraneo

 

 

di Michele Capasso

 

Stresa, venerdì 27 settembre 1996. Jordi Pujol conclude l’Assemblea delle Regioni d’Europa (Are) da lui presieduta richiamando tutti all’unità. Il presidente della Catalogna pose allora l’accento sulla necessità di promuovere il federalismo regionale apprezzando l’iniziativa referendaria proposta dai presidenti del Piemonte Ghigo e della Lombardia Formigoni, con l’adesione di altre regioni italiane.
Pujol ha definito le Regioni d’Europa e del Mediterraneo "motori" del cambiamento ed ha concluso il suo intervento-rivolgendosi ai presidenti delle Regioni presenti —, con "tutti uniti canteremo".
Quello stesso giorno, a colazione, seduto tra chi scrive e Claudio Azzolini, Pujol — considerato, anche dai suoi avversari, "il politico più completo di Spagna" — ci ha raccontato la sua avventura politica, il successo della riforma fiscale spagnola, che destina alle regioni il 30 per cento dell’Irpef, la necessità di equilibrare la politica attraverso le Regioni con un federalismo solidale e non secessionista, che non deve disgregare, ma integrare.

Le Regioni devono quindi assumersi la responsabilità di rappresentare lo Stato moderno in chiave europea e mediterranea Tante altre cose ci ha raccontato l’amico Pujol, tra scambi di tecniche sul come confezionare un buon "pane e pomodoro" e considerazioni sulla politica italiana.Dal 1996 la Fondazione Laboratorio Mediteraneo ha partecipato e seguito con attenzione tutte le riunioni delle consociazioni di Regioni europee e mediterranee - l’Are, la Commissione intermediterranea, il Comitato delle regioni, ecc. — sottoscrivendo appositi protocolli per implementare azioni a favore dell’area mediterranea (ved. medlab.euromedi.org.eventi). Nelle ultime riunioni abbiamo più volte proposto di tenere assemblee in Italia — e possibilmente a Napoli — per meglio rimarcare l’attenzione verso il Mediterraneo.

Napoli 28 novembre 2002. Si riunisce la diciottesima Assemblea generale dell’Are. E’ un evento importante — come sottolinea il presidente della Regione francese Languedoc Rousillon Jacques Blanc — in quanto per la prima volta l’Italia viene scelta per questa assise che riunisce più di quattrocento rappresentanti di Regioni d’Europa. La presidente dell’Are Liese Prokop si complimenta con la Regione Campania per l’ospitalità, per il tempo splendido e per una nuova vitalità: “non dobbiamo ricordare questi luoghi solo per antiche tragedie riportate sui libri di storia — afferma — come l’eruzione del 79 d.c. che distrusse Pompei ed Ercolano, ma anche per il fermento in essere a livello produttivo, agricolo, portuale, culturale”.

Il presidente Bassolino affronta con chiarezza il problema della convenzione europea richiedendo il potenziamento del ruolo delle Regioni — nel Comitato ed in altri organismi — ma, soprattutto, auspicando il riconoscimento da parte di Valery Giscard d’Estaing — presidente della Convenzione europea — di una nuova fonte di legittimità democratica all’Europa: quella delle Regioni, che deve a pieno titolo affiancarsi a quelle dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo.
Chi scrive, analizza con presidenti e rappresentanti di Regioni, con cui da tempo la Fondazione ha sottoscritto protocolli di cooperazione, la necessità di pervenire rapidamente ad un confronto tra i vari organismi che rappresentano le varie Regioni europee e mediterranee al fine di individuare una linea comune di azione, tesa all’ottenimento di una maggiore rappresentatività, istituzionale e territoriale, nell’integrazione europea.

E tutti sono concordi con la proposta del presidente Bassolino di pervenire al riconoscimento di una comune cittadinanza europea — e, dico io, perché non euromediterranea? — al fine di assicurare dignità e rappresentatività alle diverse identità politiche e culturali.

A fronte dell’affermarsi di uno spazio regionale nel campo delle relazioni internazionali, risulta però ancora lontano raggiungere l’obiettivo di una compiuta e stabile configurazione dei diversi profili attinenti alle relazioni internazionali delle Regioni.

In particolare, tre sembrano essere gli argomenti per i quali si rende necessario un approfondimento in sede istituzionale e una più generale maturazione nelle relazioni intergovernative tra enti territoriali e Stati, nonché tra questi e le organizzazioni sopranazionali:


• Il primo, più propriamente connesso agli aspetti di diritto internazionale, relativo ai rapporti tra Regioni e enti omologhi di altri Stati o gli Stati stessi; tale profilo assume un carattere particolare quando nelle relazioni si trovano ad essere coinvolte le Regioni di Stati membri dell’UE rispetto a paesi terzi, in una dimensione esterna, cioè, all’Unione;


• Il secondo, invece, concernente il versante più strettamente comunitario delle relazioni interregionali coinvolgenti diversi Stati membri, in una dimensione per così dire interna all’Unione stessa.


• Il terzo, infine, relativo alla definizione di soluzioni generalmente condivise (o armonizzate) nei diversi Stati dell’Unione rispetto alle “competenze internazionali” dei rispettivi enti decentrati.
Il ruolo delle Regioni nel processo di costruzione della nuova Europa è una insostituibile occasione di pace, condiviso progresso e sviluppo futuro.

Le Regioni europee, nel corso degli ultimi anni, si sono viste riconoscere, spesso anche a ragione di proprie autonome iniziative, un ruolo in campo internazionale che è andato configurandosi in una prospettiva di ampliamento progressivo dei campi di azione e delle modalità d’intervento dei governi territoriali.

La Regione Campania ha visto attribuirsi in questi giorni dall’Assemblea delle Regioni d’Europa il ruolo di responsabile della Commissione Nord-Sud creata allo scopo di promuovere e realizzare le relazioni stabili tra le regioni europee e quelle del bacino del Mediterraneo. Questo compito dovrà essere svolto nell’arco dei prossimi due anni.