IL GIORNALE

 

10/03/2002

 

 

 

PRODI PARLA COME BOSSI: “NO ALL’EUROPA SUPERSTATO”

 

 

ROMA L’Europa del futuro? “Dovrà essere l’unione delle diversità e delle differenze nazionali, regionali e locali. Siamo ben lontani dall’idea di un Superastato di tipo centralistico e burocratico”. Sembra quasi Umberto Bossi, invece è Romano Prodi, che a Venezia parla di democrazia e sussidiarietà. E quando gli fanno notare la strana assonanza, il presidente della Commissione risponde così: “Io non faccio l’interprete del pensiero altrui, esprimo solo chiaramente qual è l’Europa che vogliamo. Una Ue con più sussidiarietà possibile, con decisioni che siano prese rispettando quindi il grande ruolo delle regioni e con un ruolo forte per la Commissione. Ma sia chiaro che non è l’Unione che potrà decidere quali forme e quali poteri avranno le regioni nei singoli Stati. Questo riguarda i singoli Paesi e noi non dobbiamo assolutamente metterci il naso”. Da Cernobbio, rassicurante pure il commissario alla concorrenza Mario Monti: “L’Unione è una costruzione dei liberali, tra i suoi padri ci sono Kohl e Thatcher, e io sono profondamente convinto che l’Europa possa portare agli Stati membri dosi maggiori di libertà, non di restrizioni”.

Sul leader della Lega, da Prodi solo una battuta indiretta: “Chi parla d’Europa delle banche e dei banchieri non fa capire alla gente più nulla. Questa è l’Europa dei popoli, la Convenzione lo dimostra. E chi non capisce che l’euro è politica e non banca, che la moneta unica è uno strumento straordinario di integrazione, non ha assolutamente capacità di comprensione”. Quanto al vertice Berlusconi-Schröder, Prodi lo giudica positivo: “Questi incontri bilaterali sono sempre stati storicamente di grande aiuto. Infatti sono confronti che creano discussioni e che favoriscono le soluzioni successive”.

Per Gianfranco Galan, presidente della Regione Veneto, il caso Bossi è chiuso: “E’ un ministro colorito, che ha parlato in un contesto che non aveva alcuna attinenza con le sue cariche di governo. Piuttosto, c’è tanta gente che si diverte dipingere un’immagine dell’Italia molto peggiore della realtà. Prodi? No, lui è di quelli buoni, non parla mai male del nostro Paese in Europa, anzi”.

Prodi no. E forse Galan allude a Piero Fassino, che insiste nel suo pressing: “Continuo a trovare sconcertante il comportamento del presidente del Consiglio. E’ incredibile che liquidi le parole di Bossi sull’Unione affermando che il leader della Lega non deve essere preso sul serio. Se è così, bisognerebbe revocargli l’incarico di ministro. Se invece quello che dice va preso sul serio, allora Berlusconi ha il dovere di un chiarimento politico in Parlamento per spiegare qual è la linea italiana sull’Europa. La settimana prossima incontrerà a Barcellona quattordici ministri degli Esteri e noi vogliamo sapere se il governo considera la Ue un rischio o no”.

Gli risponde, un po’ infastidito Gianfranco Fini. “Invito l’onorevole Fassino a girare pagina. E’ evidente che se i Ds battono sempre sullo stesso dimostrano di non avere molti argomenti. Berlusconi – spiega il vicepremier – ha già chiarito che l’europeismo in Italia non è in discussione. Pure il cancelliere tedesco ha detto che le dichiarazioni di Bossi non lo preoccupano. Sarebbe meglio che la sinistra italiana la smettesse con questa polemica vergognosa”.