VICTOR HUGO

 

dal libro «Actes et Paroles, Depuis l'exil », 1875-1876

 

« Gli Ottomani stanno opprimendo e trucidando le popolazioni

serbe...

È ormai impellente richiamare l'attenzione dei governi europei su un fatto tanto irrilevante, a quanto pare, che quei governi non sembrano accorgersene. Eccolo, il fatto: si sta assassinando un popolo. Dove? In Europa. Ci sono testimoni? Uno, il mondo intero. I governi lo vedono? No. Le nazioni hanno sopra di loro qualcosa che sta sotto di loro: i governi. In certe situazioni la contraddizione esplode: la civiltà è nei popoli, la barbarie nei governi. A una barbarie voluta? No, è puramente professionale. I governi ignorano quello che il genere umano sa. Dipende dal fatto che i governi vedono soltanto attraverso quella miopia che è la ragion di Stato; il genere umano guarda con un altro occhio, la coscienza. Stupiremo i governi europei informandoli che i delitti sono delitti; che a un governo non è consentito più che ai singoli di essere un assassino; che l'Europa è solidale; che tutto ciò che avviene in Europa è opera dell'Europa; che se esiste un governo belva deve essere trattato da belva; che in questo istante, vicinissimo a noi, laggiù, sotto i nostri occhi, si massacra, si incendia, si saccheggia, si stermina, si sgozzano padri e madri, si vendono bambini e bambine; che i bimbi troppo piccoli per essere venduti vengono spaccati in due con un colpo di sciabola; che una città, Balak per esempio, in poche ore viene ridotta da novemila a trecento abitanti; che nei cimiteri si ammucchiano più cadaveri di quanti si possano seppellire, cosicché ai vivi che hanno dato loro il massacro i morti rendono la peste,- il che è giusto; di questo informiamo i governi d'Europa, che si sventrano le donne incinte per ucciderne i bambini nelle viscere; che nelle pubbliche piazze ci sono mucchi di scheletri di donne con i segni dello sventramento; che nelle strade i cani rosicchiano il cranio delle ragazze stuprate; che tutto questo è orribile; che basterebbe un gesto da parte dei governi europei per impedirlo; e che i selvaggi che commettono questi misfatti sono esseri spaventosi, e che gli uomini civili che glieli lasciano commettere sono orrendi.

È giunto il momento di alzare la voce. Si leva un'indignazione universale. Ci sono momenti in cui la coscienza umana prende la parola e dà ai governi l'ordine di ascoltare.

I governi balbettano una risposta. Hanno già provato con questo balbettìo. Dicono: esagerazioni.

Si esagera, certo. La città di Balak non è stata annientata in qualche ora ma in qualche giorno; si parla di duecento villaggi incendiati ma sono soltanto 99; quella che viene definita peste è soltanto tifo; non tutte le donne sono state stuprate, non tutte le ragazze vendute, qualcuna è fuggita. Sono sì stati castrati dei prigionieri, ma gli hanno tagliato anche la testa, cosa che sminuisce il fatto... Di uno si fa due, si ingigantisce tutto del doppio, eccetera eccetera. Eppoi, perché quel popolo si è ribellato? Perché un branco di uomini non si lascia dominare come un branco di animali? Perché? Ciò che avviene in Serbia dimostra la necessità di fare gli Stati Uniti d'Europa. Ai governi disuniti devono succedere i popoli uniti (..). La Repubblica d'Europa, la Federazione continentale: non esiste altra realtà politica (..). Su questa realtà, che è anche una necessità, tutti i filosofi sono d'accordo; e oggi i carnefici ne allegano la loro dimostrazione a quella dei filosofi. A modo suo, e proprio perché rivoltante, la barbarie si mette al servizio della civiltà.

II progresso è firmato Ahmet Pasha. Quello che le atrocità di Serbia rendono indubbio è che l'Europa ha bisogno di una nazionalità europea, di un governo unico, di una democrazia in pace con se stessa, di nazioni tutte sorelle con Parigi come capoluogo, cioè la libertà con i Lumi come capitale. Per dirla in breve, gli Stati Uniti d'Europa. Questa è la meta, questo l'approdo. Fino a ieri era soltanto la verità; grazie ai boia della Serbia, è diventata un'ovvietà. Gli assassini si affiancano ai pensatori. La dimostrazione era stata fatta dai genii, ecco che la fanno i mostri. Il futuro è un dio trainato da tigri».