“IL GIORNALE DI NAPOLI”

8 marzo 1996

 

Colori di guerra

 

di Costanza Falanga

 

Quali colori ha la guerra? E quali la pace? Dieci, cento, mille un’infinità di sfumature diverse così come possono apparire quando, nell’età che dovrebbe essere dei giochi e della spensieratezza, entrano con prepotenza parole come odio, razzismo, violenza, stupro, bombe, abbandono. La guerra vista attraverso gli occhi dei bambini è quella descritta dai 160 disegni raccolti nella mostra “Bambini a Sarajevo” in esposizione presso l’antico e bellissimo refettorio dell’Istituto San Domenico Savio in via Luigi Settembrini 101. I disegni, che sono arrivati a Napoli il 2 marzo scorso e ci resteranno fino al prossimo 12 marzo, hanno già fatto un lungo giro del mondo e sono le testimonianze vere dei bambini della Bosnia Erzegovina che da cinque anni vivono una interminabile e inutile guerra fratricida che nel suo furore assassino, non ha mai risparmiato neanche i più piccoli, trasformando la loro età dell’innocenza nell’età dell’incubo e del terrore. Sentimenti che traspaiono in modo nitido da questi splendidi disegni che, a dispetto di ciò che testimoniano, sono ricchi di tutti i colori più belli dell’arcobaleno.

La mostra “Bambini a Sarajevo” è stata organizzata dal Centro di Promozione Teatrale Teatro del Mediterraneo di Napoli, dal Dipartimento dello Spettacolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme al Centro Culturale di Bosnia Erzegovina di Zagabria, dalle Associazioni dell’Istituto Internazionale del Teatro del Mediterraneo di Bosnia, Croazia e Italia, dal Comitato regionale Campania dell’Unicef, dalla Regione Campania, dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, dall’assessorato alle politiche sociali del comune di Napoli e dalle Suore Francescane del Cuore Immacolato di Maria che ospitano presso l’Istituto San Domenico Savio quindici ragazzi provenienti da famiglie disagiate.

L’esposizione è stata presentata dai bambini de l25esimo circolo didattico di Napoli e dall’editore Tullio Pironti  che ha pubblicato di recente un libro bello e toccante, “Non si trova cioccolata”, una raccolta di lettere e poesie dei bambini di Sarajevo, curata da Giacomo Scotti e Mario Licciardi, con la prefazione-ricordo di Rita Levi Montalcini. La guerra e gli orrori descritti in questo libro rappresentano una sorta di diario di Anna Frank dei nostri giorni, solo che tutti davano per scontato che quel diario fosse l’ultima testimonianza dello sterminio di un popoli.

“Perché fate la guerra? Che c’è di bello a uccidere? Vi prego non bombardate più” scrive Graziana Ahmetovic 11 anni, a un immaginario colonnello che nei suoi pensieri di bambina è il simbolo di tutti gli uomini in uniforme che ha visto distruggere il suo paese, la sua casa, i suoi piccoli amici. Da qualche giorno Graziana è ospite dell’Istituto San Domenico Savio, le sue parole come i disegni degli altri 160 piccoli amici che come lei hanno visto gli orrori della guerra, sono un appello al mondo a fermare la catena dell’odio che, inevitabilmente, come già avvenuto in passato, se instillato nelle teste dei bambini e degli adolescenti finirà con l’alimentare il desiderio di vendetta che porterà ad altre guerre civili per vendicare i propri morti. Ma basta con la guerra, ora è tempo di pace, MIR  come scrivono i bambini di Sarajevo a caratteri cubitali suo loro disegni. Pace e una casa nuova in cui vivere con i loro giochi e quelli che restano dei propri familiari dispersi o uccisi. Certo non sarà più come prima, poiché questi bambini, come i piccoli ebrei della Seconda Guerra Mondiale, hanno dovuto dire addio troppo presto ai loro sogni d’infanzia. Ma l’importante è ricominciare. “Vorrei che la guerra finisse presto. Vorrei che non accadesse mai più. Vorrei che aveste le vostre case e la notte dormiste nel vostro letto caldo. Vorrei che aveste i vostri genitori. Vorrei che aveste la cioccolata – così scrive Martina della quarta elementare di una scuola napoletana – vorrei che non ci fosse più tristezza e paura nei vostri occhi. Vorrei per voi pace, amore, gioia”. Il 12 marzo, ultima giornata della mostra, all’Istituto di via Settembrini verranno presentati i disegni e gli scritti con cui i bambini del 25esimo circolo salutano i ragazzi di Sarajevo.

Questi lavori andranno, in uno scambio di solidarietà e fratellanza, a Sarajevo insieme a “La storia di tutte le storie” di Gianni Rodari, uno spettacolo organizzato e curato dal Teatro del Mediterraneo. Poi il 27 marzo prossimo, presso la Villa comunale, sempre a cura del Teatro del Mediterraneo diretto da Orlando Forioso e Giorgio Di Costanzo, si svolgerà la 36esima giornata mondiale del teatro che tradizionalmente ha come suo fulcro vitale la partecipazione dei bambini ai quali il Teatro del Mediterraneo dedica da sempre una particolare attenzione.