“LA SICILIA”

22 aprile 1996

 

I porti mediterranei palcoscenici teatrali

 

di Ettore Zocaro

 

Dice il bosniaco Pedrag Matvejevic, autore di “Breviario del Mediterraneo”: “Intraprendiamo con gioia questo viaggio come vecchi navigatori ma sappiamo di attraversare acque lacerate. Basti pensare al Libano, Palestina, Cipro, Algeria”. Gli succede il greco Vassilis Vassilikos, famoso in tutto il mondo per “Zeta, l’orgia del potere”, che rileva: “Ci troviamo in un’area tragica, senza via d’uscite, stretta fra stretto dei Dardanelli, Canale di Suez e Colonne d’Ercole”. Il libanese Amin Maalouf, narratore finissimo, si richiama al tempo in cui i romani erano i padroni. “Un tempo rimasto inciso – spiega – in special modo a Beirut ci sono sogni indelebili. Questo per quanto riguarda il passato, oggi, al contrario, le nostre Itache sono tante: perciò qualsiasi occasione è buona per conoscersi meglio”. Infine l’albanese Ismah Kadaré, conosciuto soprattutto per “Il Generale dell’armata morta” vede il mare Nostrum come “un grande palcoscenico pieno di cerimonie funebri, atti di banditismo, episodi melodrammatici, gesti plateali, tutte cose molto teatrali”. I quattro scrittori, più il maghrebino Tahar Ben Jelloun (“Creatura di sabbia”, “A occhi bassi”), hanno aderito con entusiasmo alla manifestazione “I porti del Mediterraneo” promossa dall’Ente Teatrale Italiano. Si tratta di un ampio “progetto” (durata decennale) destinato al teatro giovane. Si impernia su un “ensemble” di attori mediterranei, in parte italiani, in parte stranieri, già selezionati (in tutto 26), impegnati in una serie di laboratori e rappresentazioni in alcune città del Mediterraneo. L’esperienza di “navigazione” avrà i suoi due perni nel Teatro della Tosse di Genova e nel Teatro Kismet di Bari. “In tal modo – dicono gli organizzatori – si intende realizzare una formazione alta e insieme di integrazione e scambio dei saperi tra le culture dei Paesi che si caratterizzano per una comune appartenenza”. L’idea è nata dalle esperienze del Teatro Ragazzi che ha dato risultati notevoli, specie in Sicilia.

“Proprio in Sicilia – ha spiegato Renzo Tian, presidente dell’ETI – siamo stati stimolati: un territorio che posto al centro del Mediterraneo ci è parso particolarmente idoneo per un discorso più generale. Ci ha colpito la partecipazione giovanile”.

Gli attori italiani impegnati nel “progetto” provengono da Parma, Genova, Forlì, Perugia, Lecco, Bologna, Bari, Cascina, Taranto, Vicenza e Milano, mentre quelli stranieri provengono da Albania, Algeria, Francia, Israele, Spagna, Tunisia, Turchia, Palestina, Grecia e Croazia. Marco Baliani, al quale è stato affidato la regia degli spettacoli, informa che “il teatro che ne verrà fuori sarà un teatro essenzialmente necessario, etico, non orientato verso un’estetica fine a se stessa. Molte energie – aggiunge – si ritroveranno insieme per cercare linguaggi molteplici. Il Mediterraneo è lo scenario per una nuova epica, tormentata, piena di sussulti”.

Il “progetto” è già stato condiviso in ambito internazionale dall’Onda (Office National de Diffusion Artistique) per quanto attiene la Francia, e dall’organismo di diffusione teatrale olandese Nederland Institut. Inoltre Madrid, Barcellona e i Festival di Zurigo e Francoforte sono già pronti per accoglierlo. Le previste tournée nel Mediterraneo e in Europa sono affidate a un consorzio formato dai 12 maggiori gruppi italiani del Teatro Ragazzi. Ne è una garanzia la partecipazione dei maggiori scrittori figli del Mediterraneo, i quali (ad eccezione di Ben Jelloun) erano tutti presenti alla conferenza stampa. Matvejevic ha accusato l’Italia di non fare una politica mediterranea. “Ma prima o poi dovrà decidersi. Gli eventi non la faranno stare più indietro – ha precisato – Noi scrittori mediterranei viviamo fuori dalle nostre patrie, sparsi di qua e di là. Apparteniamo a una diaspora che somiglia molto al viaggio di Ulisse”. Il coordinatore dell’intero “progetto”, il drammaturgo e critico Egi Volterrani, ha concluso soffermandosi sulle analogie fra porti e teatri. “Un viaggio lungo le coste del Mediterraneo è per il teatro uno dei percorsi più emblematici per ritrovare se stesso”.