Inaugurato il centro
congressi della Mostra d’Oltremare. Nasce la Fondazione “Italiani nel mondo”
di Paolo Russo
Tre anni e mezzo. Da oggi fino
al Duemila, per riempire una banca dati . Cinque appuntamenti e
altrettante tappe intermedie per raccoglierli e analizzarli. Il progetto è una
sfida, una ricerca minuziosa, un’eredità preziosa, fatta di numeri e
statistiche, da affidare al terzo Millennio. Occorrono anni per la prima
radiografia mondiale dei flussi migratori, ma tutto è scadenzato per arrivare
al Duemila con la più aggiornata banca dati sull’emigrazione. Il convegno che
ieri ha inaugurato il nuovo centro congressi della Mostra d’Oltremare ha fissato
tempi ed obiettivi: sarà costituita a Napoli la Fondazione “Italiani nel
mondo”, insieme ad un moderno e sofisticato Centro documentazione multimediale.
Cinquant’anni fa era una scadenza che la “Mostra delle terre d’Oltremare”, che
dette nome al complesso architettonico sorto nel ’40 a Fuorigrotta. Ora un
restauro e un convegno rilanciano la struttura e la scommessa: accanto allo
studio sui flussi migratori, tante altre iniziative faranno di Napoli la capitale
degli italiani all’estero.
ELLIS Island al molo Angioino.
È un’idea, e il sindaco Bassolino l’ha lanciata aprendo i lavori del convegno.
Un’isola-museo, come quella nella baia di New York, per raccogliere tutte le
testimonianze delle varie fasi di un secolo di emigrazione. Foto, documenti,
oggetti, ricostruzione degli spazi e delle storie che venivano chiuse allora
con lo spago in valigie di cartone: “Lavoreremo in stretta collaborazione con
la Fondazione e il centro di Documentazione. Un museo-ha spiegato-sarebbe un
polo di grande interesse scientifico e turistico al centro del Mediterraneo”.
La prima giornata del convegno sul “Progetto italiani nel Mondo” ha registrato
anche gli interventi dell’arcivescovo Michele Giordano, del presidente della
regione Antonio Rastrelli, del prefetto Achille Catalani e un messaggio inviato
dal sottosegretario al ministero degli Affari Esteri Piero Fassino, con cui si
annuncia che il Governo “è favorevole all’esercizio in loco del diritto
di voto per i cittadini italiani all’estero”. Ai lavori partecipa anche un emigrante
doc, Sergio Marchi, ministro dell’Ambiente in Canada. Le Cento Italie che
vivono all’estero, i flussi migratori, i numeri delle ultime statistiche: dai
giorni dell’Unità fino agli anni ’70, e Napoli è tra le città che hanno dato il
maggior contributo, sono state fondate comunità all’estero formate da circa 40
milioni di italiani. Alle soglie del Duemila i flussi diventano soprattutto
economici, al punto che si fiuta l’affare. È il catodi alcune grandi aziende
alimentari, come Barilla, Fabbri, Ali, e Kimbo che hanno stretto un’alleanza
per fare emigrare una joint-venture. Bologna, Ferrara, e Napoli:
nasceranno qui per poi espatriare seguendo gli emigranti le catene in
franchaising dei locali “Paradiso di stelle”. Arredamento pop, stile anni ’60,
e per rispondere ai fast-food , ecco italianissimi cappuccini e caffè.
Tra vecchie foto ingiallite e moderni computer per individuare gli avi
emigranti, parte l’operazione… caffè napoletano nel mondo.