Nel Duemila un ‘G7’ al femminile

Algeria, partono da Genova un grido e una proposta per il Mediterraneo

 

 

di Donatella Alfonso

 

GENOVA – Parte da Genova un grido accorato per il ritorno dell’Algeria alla vita normale, mentre prende spinta un’associazione che ha l’abitudine di diventare una vera e propria Onu delle donne del Mediterraneo, al punto da organizzare, nel corso dell’anno 2000, una sorta di “G7” al femminile, a cui parteciperà anche Hillary Clinton. Ma intanto, è dalla voce accorata di Khalida Messaoudi, deputata dell’opposizione laica algerina, una delle donne che più hanno testimoniato presso l’opinione pubblica europea il dramma dell’Algeria, da ieri presidente di “Donne del Mediterraneo”, che parte l’appello al neopresidente Abdelaziz Bouteflika, eletto ieri a grande maggioranza in una consultazione elettorale disertata da tutti gli altri candidati.

Basta con la violenza, con il sangue per le strade: come oppositori pacifisti e legalisti, dice Messaoudi, gli chiediamo di rispettare il popolo algerino, di ammettere che non potrà governare da solo. Ma soprattutto, l’appello è perché il neopresidente convochi il Parlamento per una nuova legge elettorale, che finalmente impedisca trucchi e raggiri: e con la garanzia della nuova legge si vada a nuove elezioni. Solo così, afferma appassionata Khalida Messaoudi, potrà uscire dal dramma algerino, a margine della costituzione ufficiale della nuova associazione, svoltasi ieri nella sala della giunta provinciale. L’esponente algerina racconta che nel suo paese i brogli sono cresciuti anno dopo anno, che non vi sono verbali di seggio, che spesso i seggi itineranti pensati per i beduini del deserto si trovano nel centro di Algeri. Chi garantisce i votanti, senza registrazioni, senza verbali?