Sintesi della relazione presentata alla Tavola Rotonda sulla Cooperazione Interuniversitaria nell’ambito delle Conferenze Adriatico Ionica di Ancona.

 

Venerdì 19 Maggio

 

Sala del rettorato

 

Erano presenti rappresentanti dei Ministeri Pubblica Istruzione7 Cultura, degli Affari Esteri, di Commissioni Europee, UNESCO e di varie Università delle aree rivierasche come da allegato.

 

Dopo aver distribuito varie copie di Med New con la pagina dedicata a Cattolica sono passato a descrivere le motivazioni della creazione dell’Accademia del Mediterraneo e i progetti in atto tra i quali rivestono un notevole aspetto culturale il Progetto Alma Med.

Ho descritto il programma di prossima attuazione di scambio di studenti e docenti tra l’Università di Bologna e di Marrakech (Sede dell’Accademia per tutto il Magreb).

Il 27 Maggio il gruppo di Bologna con 13 studenti, 2 dottorali e 4 docenti di Scienze della terra dell’Università di Bologna partirà alla volta di Marrakech ove resterà 11 giorni studiando la catena dell’Atlantico con studenti e docenti di quella Università. Questi saranno ospiti a Bologna nel prossimo ottobre e prenderanno visione delle problematiche geologiche delle catene appenniniche ed alpine.

Ho parlato poi dell’esigenza di risolvere i problemi del Mediterraneo, di una casa comune che dovrebbe costituirsi a Bologna.

 

Sono poi passato a leggere la relazione di Roversi-Monaco imperniata sulle prospettive che le Università centri del sapere e dell’innovazioni, possono ambire a svolgere, tutte insieme, un ruolo determinante nell’interesse dei Paesi ai quali apparteniamo.

“Le sfide politiche, economie, sociali, culturali ed ambientali che debbono essere affrontati dai paesi rivieraschi, all’avvento del nuovo millennio, richiedono un posto e determinato investimento nelle risorse umane dell’area adriatico-ionica.un investimento questo che solo una “Rete dell’Università dell’Adriatico e dello Ionio” è in grado di affronatre, è, infatti, la messa in comune di straordinari patrimoni scientifici e culturali, rappresenta la migliore premessa per uno sviluppo armonico e coerente di tale area che da secoli è interdipendente e multiculturale.

Il documento passava poi ad esaminare le varie tecnologie informatiche importanti per il rafforzamento delle relazioni e del networking puntando all’impulso che riceverebbero dalla messa in rete degli Atenei le attività di censimento, di catalogazione e costruzione di banche dati, di inserimento di monitoraggio dei beni culturali ed ambientali e di restauro conservativo per le attività di formazione di esperti in tali settori.

Si potrebbe far sorgere un Archivio storico Adriatico-Ionico in rete che acquisterebbe un’importanza primaria per tutte le Università. In conclusione il documento presentava l’università di Bologna con la sua sede staccata di Ravenna quale sede più accreditata per ospitare la “Rete delle università dell’Adriatico e dello Ionio”.

A tal fine veniva proposta l’istituzione di un’assemblea generale, composta da un rappresentante per ciascuna università consorziata e la nomina di un comitato ristretto, di un presidente e di un segretario generale in rappresentanza della “Rete” in tutte le sue componenti scientifiche”.