L’ACCADEMIA DEL MEDITERRANEO:

UN PONTE PER UNIRE LE DUE RIVE

 

 

Vista da Sud la globalizzazione che sembra essere uno dei fenomeni che segnano questa fine di secolo e di millennio non ha più il fascino che le attribuiscono alcuni mercati del Nord. L’aumento esponenziale dei flussi finanziari che caratterizza la “nuova economia”, il regno delle “autostrade dell’informazione” e la liberalizzazione del commercio mondiale assicurano un chiaro beneficio soprattutto ad alcune categorie della popolazione dell’emisfero Nord.

 

Questa globalizzazione dell’economia e degli stili di vita ha però degli effetti perversi. Essa aggrava, anche nei Paesi più sviluppati, le differenze tra le diverse fasce di popolazione e rende più evidente il divario tra i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo. Le manifestazioni che hanno accompagnato il recente summit dell’OMC a Seattle testimonia che una nuova presa di coscienza sta nascendo all’interno della società civile internazionale e che i decision – makers che regolano l’economia mondiale e si ritrovano annualmente a Davos devono inevitabilmente prenderne atto.

 

È in questo contesto che è nata la nostra Accademia del Mediterraneo a Napoli, nell’ottobre 1998. Come recita il motto: “unire le due sponde attraverso le conoscenze comuni”, la nostra Accademia intende, attraverso lo scambio di conoscenze ad alto livello, ridurre le fratture che una lunga, ricca ma tormentata storia del nostro Mare Nostrum ha fatto nascere tra le sue rive, opponendo Roma a Bisanzio e Cristianesimo cattolico ed ortodosso all’Ebraismo ed all’Islam.

 

Vorremmo unire tutte le correnti ispiratrici all’interno di una nuova armoniosa Rosa dei Venti che condurrà in porto la nostra imbarcazione attraverso gli ostacoli sparsi lungo il cammino, come una moltitudine di scogli a fior d’acqua.

 

Strumento di dialogo interculturale, interreligioso e di cooperazione intellettuale ai livelli più alti, la nostra accademia è un ponte immateriale edificato grazie alla convergenza delle nostre volontà per unire le due rive del nostro mare comune.

 

Non stupisce che l’Italia abbia avuto un ruolo di rilievo nella concretizzazione di questo progetto. Ricordo, da giovane professore universitario e scrittore, di aver assistito, in compagnia del Presidente-poeta Leopold Sèdar Senghor, ad un grande incontro internazionale di intellettuali e di creativi organizzato a Firenze dal mitico Sindaco di questa città Giorgio La pira.

 

Rievocando il precedente di Platone che creò sotto il cielo d’Attica la prima Accademia della Storia come un archetipo al quale si sono ispirate tutte le Accademie del mondo, La Pira espresse per la prima volta, il desiderio che una formulazione più adatta, in grado di associare istituzioni ed individualità, fosse trovata per permettere a questo bel sogno di concretizzarsi. Due o tre decenni più tardi è una città italiana che grazie ad una esemplare cooperazione Nord-Sud (Fondazione Laboratorio Mediterraneo e Università Itinerante Euro-Araba) che l’aspirazione di La Pira si materializzò a Napoli, capitale mediterranea. Da allora si è intessuta per creare una trama di organismi rappresentanti l’intero Mediterraneo ed impegnati nei campi più disparati (urbanistica, economia, e sviluppo).

 

Ad oggi, la rete è costituita ed è pronta ad entrare in azione.

 

La sede per la sponda Sud è stata istituita a Marrakech grazie ad un accordo sottoscritto con le autorità del Regno del Marocco. Rimangono da definire la sede centrale e i mezzi che le necessitano per un funzionamento ottimale.

 

Speriamo che la Città di Napoli e la Campania che hanno accolto la nascita di questa Istituzione sapranno assicurarne la crescita e la salvaguardia per il bene comune di tutti i popoli del Mediterraneo.

 

 

 

Parigi, 20.2.2000                                                                                                        Nadir M.Aziza