Riunione Sottocommissione del Patrimonio culturale

dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa

Seminario sulla promozione della storia dell'arte in Europa

(Venezia, 21-22 novembre 2002)

 

 

 

INTERVENTO DEL PRESIDENTE CLAUDIO AZZOLINI

 

Cari Amici e Colleghi della Sottocommissione Cultura dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Illustrissimi Esperti,  Rappresentanti del mondo accademico,  personalità a nome dei Presidenti dei due rami del Parlamento Italiano, Senatore Pera e Onorevole Casini, della Delegazione parlamentare italiana del Consiglio d’Europa e mio personale, porgo a Voi tutti il benvenuto nell’Isola di S. Servolo, nella  sede del Centro Europeo per i Mestieri della Conservazione del Patrimonio Architettonico, per l’avvio dei lavori di questo colloquio sulla promozione della storia dell’arte in Europa.

Prima di esprimere brevemente alcune osservazioni sul nostro Seminario, mi corre l'obbligo di esprimere i nostri ringraziamenti

- al Presidente GALAN della Regione Veneto per l’assistenza e per averci incontrati ieri sera, nell’impossibilità di essere con noi oggi a causa del Consiglio Regionale;

- al Presidente della Provincia di Venezia, Dottor Luigi BUSATTO, che ci ha offerto, la disponibilità di questa Sede ove poterci riunire,

- e al Direttore del Centro di San Servolo, Architetto Carlo CESARI, che ha contribuito in prima persona, insieme ai funzionari del Consiglio d'Europa e del Parlamento italiano, all'organizzazione dell'intero evento.

- Un saluto cordiale al Sindaco di Venezia, Paolo COSTA.

Quest'incontro nasce da una precisa sollecitazione del Presidente della Commissione Cultura, Scienza ed Educazione dell'Assemblea, onorevole Maria Lluis DE PUIG, il quale, interpretando anche il desiderio del Presidente della Sottocommissione Cultura, onorevole Jacques LEGENDRE, mi chiese espressamente, alcuni mesi fa, di ospitare in Italia questo Convegno motivando, con assoluta assertività, che l'unico luogo dove concretamente un simile incontro avrebbe dovuto tenersi non poteva essere che Venezia.

Convinto anch'io della bontà della scelta dell'amico DE PUIG - come non esserlo? - mi sono rapidamente attivato e, quindi, cari amici, ecco che ci ritroviamo qui in questa città "unica" nel suo genere a discutere di storia dell'arte tra parlamentari ed esperti d'Europa.

E tuttavia a mio avviso, non soltanto per la bellezza del paesaggio la scelta è caduta su Venezia.

Venezia, infatti, per la sua storia, per la trasmissione della civiltà europea è anche un modello ed un simbolo.

E' un modello, innanzitutto nell'arte di reggere la cosa pubblica.

Un navigato ambasciatore francese del Rinascimento, Philippe de Commines, nelle sue Memorie del 1495 scriveva "E' la città più splendida che io abbia mai visto … e che si governa più saviamente".

E questa mirabile capacità di amministrare il bene pubblico si è manifestata al più alto livello nella vita quotidiana della "polis".

Un grande storico di Venezia, Frederic Lane, ha detto: "Le città moderne, com'è noto, sono luoghi più adatti a guadagnarsi da vivere che a viverci.

Venezia riuscì a conciliare entrambe le cose".

Venezia è, però, anche un simbolo, dicevamo, del passato, del presente e del futuro.

Come simbolo del passato risulta talmente evidente e "in rebus" che non intendo dilungarmi ulteriormente.

Simbolo del presente, in quanto in questa città agiscono non solo le Istituzioni di governo nazionali e locali, ma anche organizzazioni non governative che si adoperano per la salvaguardia del suo delicato equilibrio idrogeologico. Nel presente, inoltre, Venezia vive attraverso mostre cinematografiche ed esposizioni di arte contemporanea di assoluto valore e di profondo respiro internazionale.

Simbolo del nostro futuro, con tutte le sue incertezze, ma anche con tutte le sue opportunità, Venezia lo è in quanto su di essa vengono sperimentate le applicazioni delle più evolute tecnologie miranti a preservarla e a consegnarla alle generazioni che verranno.

Io credo che dal proficuo scambio di opinioni che emergerà durante il nostro Colloquio di due giorni sarà possibile enucleare dei principi-guida che ispirino le politiche di cooperazione in ambito europeo in materia di valorizzazione dell'arte e di promozione della sua storia, soprattutto tra i giovani.

Posso assicurare tutti che da parte dell'Italia, Paese che detiene una parte consistente del patrimonio architettonico dell'umanità, vi è la massima attenzione al problema della protezione e qualificazione dei Beni artistici e culturali del nostro continente.

Il Parlamento italiano, in tutte le sue rappresentanze politiche, e il Governo italiano sono fermamente impegnati a valorizzare i tanti "giacimenti artistici" disseminati nel Paese.

E intendono impegnarsi al riguardo non più in maniera statica e secondo una filosofia meramente "conservativa", bensì attraverso un approccio dinamico, che preveda il coinvolgimento, accanto alle istituzioni pubbliche tradizionalmente vocate  e fino ad oggi deputate a tale scopo, anche di enti privati, sia nella gestione che nelle forme di finanziamento.

Ciò, naturalmente, nella prospettiva del conseguimento del solo risultato "strategico" di fondo: la fruizione, da parte di tutti i cittadini, europei e non, di una eredità dal valore incommensurabile. Eredità che rappresenta, nel modo più autentico, il nostro essere europei.

Grazie per la vostra attenzione ed auguri a tutti di buon lavoro.