L’Assessore al Bilancio ed ai Rapporti con i Paesi del Mediterraneo

 

 

 

CONVEGNO INTERNAZIONALE

Partenariato Regionale per l’Internazionalizzazione

Napoli, 28 novembre 2002

________________

Le Regioni tra la nuova Europa e il Mediterraneo

Relazione del prof. Luigi Anzalone,

Assessore al Bilancio ed ai rapporti con i Paesi del Mediterraneo della Regione Campania

 

Sono lieto di partecipare a questo incontro e porgo il saluto a Liese Prokop, presidente dell’Assemblea Generale delle Regioni d’Europa  che la Regione Campania ospita, con la sua diciottesima edizione, in questi giorni a Napoli.

E’ importante oggi ridefinire la collaborazione dei vari livelli istituzionali in un momento cruciale della storia dell’Europa e del Mediterraneo.

Questo tema fu affrontato in due specifiche sessioni del II Forum Civile Euromed  - titolate “Le Regioni e le Collettività locali”e “Gli Stati mediterranei” -  organizzato a Napoli in questo stesso luogo dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo nel dicembre 1997 con il sostegno della Regione Campania e di numerose Regioni euromediterranee. Quell’evento, coordinato da esperti di vari Paesi – tra i quali la dottoressa Laura Canale in rappresentanza della Regione Liguria e tra le relatrici dell’incontro odierno  -  ha, di fatto, gettato le basi per il dibattito e le decisioni che sono scaturite in varie assemblee di consociazioni di Regioni europee e mediterranee, tra cui l’importante Assemblea Generale dell’ARE svoltasi a Stresa nel settembre 1996.

Durante gli ultimi anni è stato fatto un notevole sforzo per introdurre il concetto di "Regione" in Europa. Oggi il regionalismo è attivo e presente non solo in Paesi dove per tradizione è riconosciuta l’autonomia delle Regioni – come la Germania, l’Austria e il Belgio – ma anche in altri Paesi del Nord Europa, come la Svezia e la Finlandia. Nei Paesi del Sud questo fenomeno assume aspetti contrastanti: in Spagna vi è l’espressione massima – la Catalogna costituisce un esempio eclatante – mentre in Francia vi è una presenza più modesta. In Italia, a parte dibattiti, fermenti e contrasti, ogni tentativo di razionalizzare tale problema ha incontrato notevoli difficoltà. Lo sforzo di tutta l’Europa per introdurre ed affermare il concetto di regionalismo, sia dal punto di vista politico e delle idee che da quello strutturale ed organizzativo, è unanimemente riconosciuto: ciò avviene a livello degli Stati dell’Unione ed attraverso organismi specifici quali il Comitato delle Regioni, l’Assemblea delle Regioni d’Europa, la Crpm ed altri.

Si sta affermando una dimensione unitaria della Regione Europea ed è opinione di molti che l’Europa debba essere costituita su quattro livelli: l’Unione Europea, le istituzioni e gli organismi degli Stati attuali, le Regioni e le Collettività locali. Questo impulso regionalistico in Europa risponde ad un’esigenza storica e non contrasta la solidità degli Stati che, anzi, risulterà rafforzata. Discutere oggi di Regioni in ambito euromediterraneo significa confrontare lo stato delle Regioni, delle Città e delle Collettività locali in tutta l’area, analizzando le differenze tra le diverse sponde del Mediterraneo.

Tutti noi sappiamo bene che non parliamo della stessa realtà. Nel Sud e nell’Est di questo mare vi sono profonde diversità: indubbiamente vi sono Città, Province ed anche alcune Regioni, ma non tutte possiedono quella rappresentatività democratica così come viene intesa nei Paesi europei. Tale divergenza è stata ritenuta finora di grande importanza in quanto causa principale delle difficoltà riscontrate in questi ultimi anni nell’attuare la cooperazione decentrata prevista dal Processo di Barcellona e dal suo strumento attuativo: il programma MEDA.

Quale rappresentante della Regione Campania ma, specialmente, quale individuo dedito alla cultura, credo che le  Istituzioni attivatrici e rappresentative della Società Civile debbano operare in armonia con le Istituzioni regionali, al fine di rendere sempre più aderenti le espressioni politiche alle esigenze reali delle popolazioni ed indirizzarle ad una convergenza di intenti sulla base dei diritti dell’uomo e delle reali necessità dei vari popoli. Personalmente ritengo che il problema della disomogeneità, esistente tra Regioni e Collettività locali della riva Nord e Sud del Mediterraneo, sia superabile nell’immediato. Esso è generato sostanzialmente dalla valutazione che le Regioni, Città ed autonomie locali possano essere o meno il risultato di un insediamento espresso da un processo elettivo democratico. Il tema è importante ma è necessario soprattutto confrontarsi e cooperare affrontando problemi concreti legati ai nuovi bisogni ed alle nuove povertà dei vari popoli, che richiedono l’assunzione di impegni precisi e l’utilizzo puntuale delle risorse disponibili.

Le Regioni, specialmente quelle europee, devono poi fare i conti con la "nuova Europa". L’integrazione europea sta ultimando una fase non semplice di ridefinizione della propria identità: la sfida dell’allargamento ad Est e lo spostamento del baricentro dell’Europa verso Nord sono due temi di estrema importanza che possono condizionare lo sviluppo del partenariato euromediterraneo. Tale processo non sarà indolore ed avrà conseguenze nefaste se, con pari dignità, l’Europa non saprà riancorarsi e ricentrarsi sul Mediterraneo. L’identità dell’Europa scaturisce specialmente dalla sua identità mediterranea e le due cose non sono assolutamente in contrasto.

Esiste un’Europa mediterranea come pure una coscienza mediterranea dell’Europa. Le Regioni e le Città del Sud dell’Europa hanno il compito di dare forma, insieme ad altre realtà della Società Civile, a questa coscienza. Nel 1994, in presenza di un’Unione monetaria ristretta, sembrava prendere corpo l’ipotesi, allora sostenuta dalla Germania, di spostare definitivamente il baricentro dell’Europa a Nord. Oggi l’estensione della base dell’Unione monetaria ha impedito che questa tendenza si accentuasse oltre misura e l’azione vincente dell’Italia – passerella dell’Europa nel Mediterraneo – è destinata ad avere un impatto notevole sulla costruzione della nuova Europa mediterranea.

Hegel ha scritto che la "coscienza del mare è tipicamente europea", dimostrando quanto sia equivoca l’idea di spostare il baricentro a Nord, dove l’idea di "terra" prevale su quella di "mare". All’allargamento ad Est deve corrispondere un’Europa mediterranea che sia una grande realtà multiregionale in grado di dialogare con il mondo arabo-islamico, con Israele e con tutti i popoli che si affacciano sulla costa Sud del Mediterraneo. Il tema "Mediterraneo ed Europa" rappresenta una grande occasione perché si sviluppi il senso delle autonomie e del regionalismo: la riaffermazione del principio di "sussidiarietà" dovrà essere fondato sulle vere esigenze di autonomia dell’Europa attraverso ridefinizioni regionali e macroregionali.

Le relazioni dirette "Regioni - Unione Europea - Paesi partner mediterranei" devono costituire non solo una ridefinizione istituzionale ma, soprattutto, la capacità di esaltare i poteri, le responsabilità ed i risultati delle Regioni, delle Città e di tutte le autonomie locali.

Per attuare tale programma occorre saper coniugare e valorizzare le risorse disponibili nonché dotarsi di idonei strumenti capaci di ottenere idonei risultati.

Il programma MEDA, con la riedizione del MEDA II, offre alle Regioni euromediterranee importanti risorse per progetti di partenariato. Ma la vera sfida è saper essere capaci di coniugare  le risorse dei programmi MEDA con quelle di altri programmi comunitari – tra i quali Interreg prima citato – e, specialmente, con la consistente provvista delle regioni “Obiettivo 1” che, specialmente nel Mezzogiorno d’Italia, possono attraverso specifiche misure dei POR attuare importanti azioni di partenariato regionale e di internazionalizzazione, specialmente con l’area euromediterranea.

Riguardo agli strumenti per realizzare tale ambizioso programma, essi vanno identificati in organismi o strutture esistenti all’interno delle stesse Regioni in grado di affrontare le nuove problematiche e le nuove metodologie progettuali richieste.   Per quanto concerne la Regione Campania, il 22 giugno 2002 è stata aperta a Napoli la sede centrale della “Maison de la Méditerranée”: un’istituzione altamente rappresentativa riconosciuta da Stati e Regioni euromediterranei – presieduta dal Presidente della Regione Campania Bassolino – che ha appunto lo scopo di assolvere a questa missione.