“DELFINO D’ARGENTO” 2002 alla memoria di Marcello Gigante
Nell’epoca di trasformazione che si avvia dopo la seconda guerra mondiale,
Marcello Gigante, come a suo tempo il Carducci, ha dato voce al rapporto
tra cultura antica e coscienza moderna. Rimeditando il testo erodoteo
ha interpretato le linee storiche del mondo classico nel segno del Nomos
Basileus, la sovranità della legge. Traduttore di Diogene Laerzio e
Direttore delle collane “La Scuola di Platone” e “La scuola di Epicuro”,
ha approfondito lo studio della filosofia antica in particolare di Epicureo
e Filodemo di Gadara, attraverso lo studio dei papiri ercolanesi. Al
rapporto fra antico e moderno sono dedicati i saggi su Leopardi, Settembrini,
Quasimodo e la cultura classica fra Otto e Novecento. E’ stato redattore
della “Parola del Passato”, direttore degli “Studi di Filologia Classica”,
Presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Cultura Classica.
Le sue pubblicazioni, che superano il numero di 700, hanno sempre apportato
scorci e vedute di grande significato.
Fra le opere ricordiamo “Le Elleniche di Ossirinco”, “Nomos Basileus”,
“Civiltà delle forme letterarie nell’antica Pompei”, “Classico e mediazione”.
Napoli, 4 gennaio 2002
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