Carlos Robles Piquer
Presidente del Foro Europeo para el Fomento de las
Energías Renovables
Partecipo a questo II Forum Civile Euromed in veste di
europarlamentare spagnolo, ma anche in qualità di presidente del FORES, Foro
Europeo per lo Sviluppo delle Energie Rinnovabili.
Il FORES è un'organizzazione non governativa, creata dopo il
Congresso sulle Energie Rinnovabili tenutosi a Madrid nel 1994. Il Congresso
era stato organizzato da alcuni Parlamentari europei di diversi paesi, con
l'aiuto della Commissione Europea, con l'intento di tracciare un piano d'azione
in merito alle energie rinnovabili. Subito dopo è stata creata questa
organizzazione, di cui ho l'onore di essere presidente, con sede a Lussemburgo.
Un anno fa abbiamo organizzato una seconda conferenza a Milano ed è in
programma una terza, fra un anno o due, probabilmente nell'Europa centrale.
Curiamo anche una piccola pubblicazione per cercare di collegare gli sforzi di
tutti quelli che si interessano di energia rinnovabile.
Per comprendere l'eterna lotta dell'Uomo del bacino del
Mediterraneo contro la siccità ed il deserto invasore vorrei citare le parole
del profeta Isaia il quale, volendo risvegliare l'entusiasmo del suo popolo con
la speranza di un ritorno imminente alla terra di Canaan, pronunciò queste
parole: "Si rallegrerà la terra deserta e incolta; la solitudine fiorirà
come un giglio; nel deserto zampilleranno acque e torrenti, la terra inaridita
sarà uno stagno e il suolo sarà mutato in fontane d'acqua". Credo che sia
difficile trovare nella poesia universale un'immagine capace di evocare meglio
la lotta dell'Uomo contro la siccità.
Per questo è importante che il II Forum Civile Euromed abbia
dedicato a questa "lotta" una delle sue sessioni. Il tema era già
stato affrontato nel I Forum di Barcellona, al termine del quale furono emanate
delle raccomandazioni che sottolineavano il valore strategico dell'acqua e la
sua scarsa disponibilità nel bacino del Mediterraneo, al punto che alcuni
prevedevano una lotta, non per il dominio sulla terra, ma per il controllo
dell'acqua di questo bacino che Roma chiamò mare nostrum.
Come presidente del FORES tengo a ricordare che le energie
rinnovabili sono strettamente vincolate ad un uso razionale dell'acqua; tra le
fonti di energia rinnovabili una percentuale importante è rappresentata
dall'energia idraulica, ma ne esistono anche altre, rese possibili da una
tecnologia avanzata, tra cui ricordiamo quella che sfrutta la forza delle
maree.
Se vogliamo indirizzare le nostre scelte verso il risparmio
e la protezione dell'ambiente bisogna adottare misure e pratiche per uno
sfruttamento razionale dell'acqua dolce e salata di cui possiamo disporre nel
nostro bacino.
Pertanto, come già affermato con rigore e precisione nel
Forum di Barcellona, non avrebbe alcun senso che un problema così rilevante per
la nostra vita quotidiana fosse escluso dalle competenze del comitato che si
riunisce periodicamente, dalle riunioni annuali dei Ministri degli Esteri o dalle
due conferenze settoriali di rango ministeriale che si svolgono ogni anno.
Bisogna, dunque, che si presti la debita attenzione al Foro Parlamentare che
presto vedrà riuniti i rappresentanti eletti dall'Unione Europea e dagli Stati
del sud e dell'est del Mediterraneo.
Inoltre, non si può affermare che manchino i mezzi per
affrontare il problema di un uso razionale dell'acqua da contrapporre alla
minaccia del deserto che avanza, dal momento che il Consiglio Europeo, nel
1995, ha deciso di destinare a questo scopo e fino al 1999 quasi 5 milioni di
ECU, cifra a cui bisognerebbe sommare i contributi bilaterali.
Sicuramente molti dei presenti sanno, per felice esperienza
personale, che vivere nei dintorni di questo mare è un privilegio riservato ad
un numero ristretto di esseri umani. Un grande ambasciatore tedesco, mio
collega a Tripoli tanti anni fa, mi disse una volta, passeggiando sul lungomare
di Tripoli, che godere di quel clima costituiva senza dubbio una parte del
nostro stipendio.
È anche vero, purtroppo, che oggi questo nostro mare è
inquinato non solo dalle sostanze nocive che vi vengono impunemente riversate,
ma anche da quegli atti di feroce barbarie che insanguinano le città d'Algeria
o d'Egitto, al punto che gli uomini illustri che nel passato ebbero il
privilegio di goderne la bellezza, stenterebbero a riconoscerlo.
Mettere fine a questo processo di degrado e restituire
l'equilibrio e l'armonia ai popoli che respirano l'aria di questo mare, questo
sì che sarebbe un gesto di vera civiltà e una manifestazione di autentica
cultura, che farebbe rinverdire per sempre i "Limoni d'oro", per
dirla con il titolo di un libro di Giovanni Trovato che tanto mi impressionò
nei miei anni di vita romana. Solo così noi mediterranei saremo capaci di
continuare a produrre quell'olio essenziale dei limoni dell'Etna e che, con i
tanti altri frutti di questa terra bagnata da un'acqua chiamata da Pindaro
"il più nobile degli elementi", hanno fatto del Mediterraneo la culla
della più raffinata delle civiltà.