Sessione 2
Conclusioni
Sessione 2.1 - Le Regioni e la
cooperazione euromediterranea
A seguito delle iniziative del Comitato delle Regioni e del lavoro
comune tra gli Enti regionali e locali mediterranei — con la creazione di reti
di contatti e di scambi sempre crescenti tra le diverse rive — occorre
rivendicare il ruolo del bacino del Mediterraneo e l'effettiva partecipazione
delle sue Istituzioni e della Società Civile alla costruzione dell'Europa.
Riaffermare questo principio non è superfluo di fronte al
perdurare di politiche europee ancora squilibrate. Non vi è futuro di pace e di
prosperità per l'Europa e per il bacino del Mediterraneo senza un giusto
equilibrio di tutte le sue componenti.
Dopo il rilancio e le speranze che sono seguite alla
proposta fatta a Barcellona, nel novembre '95, di un partenariato
euromediterraneo, si assiste ora ad un calo della tensione, alla incipiente
delusione per le aspettative non realizzate. Non possono essere taciute né le
lentezze nell'attuazione del programma MEDA, né le resistenze nei confronti
della partecipazione diretta delle autorità regionali e locali al programma
stesso.
Non possono essere affrontati, senza far ricorso alla
cooperazione decentrata, problemi vitali quali l'assetto del territorio,
l'acqua, l'ambiente, le migrazioni e non può realizzarsi una vera cooperazione
decentrata senza le Regioni e le Città.
Occorre allora che l'Unione Europea si faccia carico di
queste preoccupazioni e adotti politiche più lungimiranti, nell'interesse
stesso del successo realistico del partenariato. Così come occorre che gli
Stati mediterranei, depositari di un ruolo storico, assolvano il loro compito
con maggiore consapevolezza e determinazione di quanto abbiano sinora fatto.