Il contributo dell'Ebraismo
alla formazione dell'identità culturale europea

Prof. Shaul Shaked

Accademia delle Scienze Umane di Israele

Discutere della presenza ebraica in Europa e degli elementi che caratterizzano la sua civiltà è come discutere di tutta la storia dell'Europa, un compito impossibile con il così breve tempo a disposizione.

La più grande civiltà religiosa europea, il Cristianesimo, deriva dall'Ebraismo, così come l'Islamismo deriva a sua volta dall'Ebraismo e dal Cristianesimo. Anche se è storicamente chiaro che ognuna di queste religioni ha visto la luce innalzandosi sulle spalle della religione precedente, ogni religione ha sviluppato il suo modo di esprimersi, il suo proprio modo di definire la sua comunità e il mondo che la circonda, i suoi valori e il suo modo, talvolta ambiguo, di guardare all'Ebraismo e agli Ebrei.

Nel quadro del mondo mediterraneo, comunque, esiste un aspetto particolare della presenza degli Ebrei in Europa che può essere utile menzionare: il loro ruolo di mediatori fra Oriente e Occidente, una sorta di legame fra mondi diversi e forse anche fomentatori e portatori di nuove idee.

Quando parliamo di una funzione mediatrice ci si può riferire a vari livelli: economico, sociale, intellettuale. Io mi concentrerò principalmente sull'aspetto intellettuale, ma deve essere comunque ricordato che gli scambi intellettuali hanno alle loro spalle un background economico e di relazioni commerciali. Abbiamo un ragguardevole numero di informazioni riguardo al ruolo degli Ebrei come commercianti nel mondo mediterraneo durante il Medioevo, principalmente fra l'XI e il XIII secolo, informazioni che sono state trovate principalmente nei numerosi documenti rinvenuti al Cairo; queste informazioni sono state studiate, scritte e sono facilmente accessibili al pubblico nel libro Una società mediterranea.

La facilità per i componenti della comunità ebraica di muoversi fra i diversi Stati, comunità e culture, è il risultato di una condizione di senza-patria. Alla fine questo è comunque un riflesso del fatto che gli Ebrei erano in diaspora poiché hanno sempre vissuto senza una patria. Nonostante la loro precarietà e il caso, sono riusciti a sentirsi ugualmente a casa in paesi diversi, a trovare persone e ad associarsi in aree distanti, alcune volte anche ostili tra loro, senza essere coinvolti nelle aggressioni e nelle ostilità; questo ha però portato gli Ebrei ad essere a volte oggetto di queste aggressioni.

Gli Ebrei si sono recati nei diversi paesi per vari motivi: per poter effettuare i loro commerci, alcune volte per motivi familiari ed altre volte per motivi intellettuali, cioè per studiare e ampliare la loro conoscenza; alcune volte, però, sono stati costretti a muoversi in blocco da un posto all'altro contro la loro volontà. Uno degli episodi più impressionanti di queste migrazioni involontarie è avvenuto verso la fine del XV secolo, con l'espulsione degli Ebrei da Spagna e Portogallo e la loro conseguente dispersione in altri Paesi d'Europa come i Balcani o i Paesi del Vicino Oriente e nel Nord Africa. Questo movimento di persone favorì gli scambi culturali attraverso l'Europa e il Mediterraneo. Il fatto che l'Occidente stava riscoprendo le grandi opere del passato prendendo coscienza del mondo antico era dovuto principalmente alla traduzione delle opere di filosofi arabi, a loro volta basate sul pensiero platonico aristotelico.

In questa trasmissione di opere da una lingua all'altra, da una cultura all'altra, gli Ebrei hanno avuto un ruolo predominante; lo stesso dicasi per quello che riguarda altri campi della conoscenza come la poesia, le lettere e la scienza, comprese le scienze occulte come l'alchimia, l'astrologia e quella misteriosa, fatta di formule magiche ed incantesimi.

Vorrei a questo punto parlare più dettagliatamente di questo ultimo aspetto. Tra tutte le diffusioni dei beni culturali attraverso le frontiere, quella magica e fatta di incantesimi non costituisce necessariamente l'aspetto più importante di questi scambi, pur rappresentandone la parte più cospicua, ma, per la sua stessa natura, è una delle meno conosciute in questo contesto. Meriterebbe forse di essere conosciuta un po' meglio perché evidenzia una serie di contatti e di connessioni riservati soltanto a poche persone, presenti sia in cima sia alla base della gerarchia intellettuale, tra i più sofisticati così come tra i più creduloni della società. Un'altra ragione che può giustificare la scelta di questo argomento è il fatto che io stesso me ne sono interessato e vi ho lavorato per alcuni anni.

Il tutto è cominciato all'inizio dell'era cristiana, se preferite con l'avvento di Gesù Cristo. La pratica dell'esorcizzare i demoni e gli spiriti impuri è alla base di una parte dell'attività di Gesù e dei suoi Discepoli ed è stata parzialmente responsabile dell'efficacia dell'attività dei missionari nella prima età cristiana. Questa era un'attività soprattutto ebraica prima che fosse rilevata dai primi cristiani; ci sono infatti vari riferimenti indiretti in alcuni scritti in cui la pratica di cacciare gli spiriti maligni è documentata da preghiere speciali, incantesimi e formule magiche. Noi sappiamo molto più su queste pratiche di origine ebraica grazie alle scritte presenti sugli amuleti che sono stati rinvenuti nei contesti archeologici. Questi amuleti, con scritte in aramaico o in ebraico, riportano citazioni dalla Bibbia ebraica e una serie di frasi tratte dalla liturgia ebraica, una vera e propria miniera di informazioni su un mondo di pratiche, non propriamente canoniche, che riflettevano le credenze popolari.

Questo si avvicina molto, nello spirito, agli amuleti greci dello stesso periodo anch'essi pieni di elementi ebraici, così come al materiale coptico, arrivato in parte fino a noi su papiri egiziani.

In un'altra area del mondo orientale, Babilonia ed Iran, è stato documentato un fenomeno simile: ci sono testi di natura simile, scritti su recipienti in varie lingue, tra cui l'aramaico. Sono soprattutto amuleti che devono proteggere il proprietario dagli effetti dannosi degli spiriti maligni. Anche questi amuleti babilonesi sono in buona parte ebraici e in molti casi erano stati preparati da un ebreo per un cliente non ebreo, che li richiedeva, dietro compenso, con il suo nome presente all'interno della scritta. I professionisti ebrei erano senza dubbio considerati tra i maggiori esperti nel commercio degli amuleti e delle protezioni magiche in entrambi le parti del Mediterraneo. La loro concezione della magia derivava a sua volta in gran parte dalle civiltà precedenti: greca, egiziana, mesopotamica, persiana. Questo forte miscuglio di elementi ha permeato la lingua della devozione popolare nella prima era della cristianità, è stato rilevato anche dagli scrittori musulmani e, più tardi, è stato ripreso nel Rinascimento con la moda della cabala cristiana che deve molto agli scritti ebraici.

Per illustrare questa apertura su entrambi i lati del Mediterraneo, verso altre culture, vorrei citarvi due passi brevi: è stato rinvenuto un testo in giudeo-aramaico su un recipiente di Babilonia che doveva eliminare gli spiriti maligni dalla casa di una certa persona: "possano essere da lui allontanate streghe aramaiche, streghe ebree, streghe persiane, streghe arabe, indiane, greche, ittite etc.". Sembra esserci una sorta di democrazia nell'enumerazione dei diversi tipi di streghe provenienti da varie popolazioni. È quindi un riconoscimento del potere di altre culture e religioni.

In modo diverso, la mistica mostra anche un'apertura forte verso altre culture. Vorrei citare ancora una volta il passo di un autore, un mistico musulmano il quale, in una delle più famose poesie, dice "che cosa bisogna fare, perché io non mi riconosco: non sono cristiano, né ebreo, né musulmano; non sono né dell'est, né dell'ovest; non appartengo né alla terra, né al mare; non appartengo a nessuna nazione etc.". Tutti questi posti sono messi allo stesso livello, Islam compreso; l'uguaglianza delle diverse tradizioni indica anche qui una sorta di democrazia dell'esistenza, ma in direzione opposta. Si possono trascendere le differenze andando al di là delle piccole distinzioni dell'esistenza su questa terra, per raggiungere una più alta unità a cui ci si può ispirare. Gli individui, nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e nell'Islam, hanno di tanto in tanto raggiunto questa più alta unità, ma nella storia la lotta non è tanto per stabilire che le distinzioni tra le popolazioni e le civiltà sono trascurabili, ma per capire che, alla fine, sono tutte ugualmente minacciose e tutte ugualmente efficaci. Forse è troppo sperare che si possa raggiungere una fase in cui le persone si renderanno conto che in realtà non c'è differenza e capiranno che le differenze esistono perché ci sono diversi modi di esprimersi e che tutti questi modi sono validi.

Grazie.