U_Sessione 10
Conclusioni
Sessione 10.1 - Migrazioni e
società multietniche
L'immigrazione rappresenta la punta emergente e forse
maggiormente visibile di quell'ampio processo che caratterizza sempre più
l'intero pianeta, la globalizzazione.
I processi migratori più che un fenomeno rappresentano una
certezza storica con connotazioni differenti, che odiernamente ritroviamo,
seppure con connotazioni diverse, in tutti i Paesi e in particolare in quelli a
sviluppo avanzato. Essi rivestono interesse crescente nell'area del bacino
mediterraneo.
I Paesi dovrebbero considerare gli immigrati una risorsa a
cui dare voce e spessore; si corre invece il rischio di moltiplicare la
marginalità per la scarsa capacità di produrre risposte adeguate alle domande
di cittadinanza espresse dai nuovi cittadini.
Se oggi il problema più urgente è armonizzare le
legislazioni dei paesi di accoglienza e avere il controllo di chi immigra, in
prospettiva la sfida è l'integrazione socioeconomica degli immigrati nei Paesi
d'arrivo e la cooperazione con i Paesi di provenienza.
Nell'area euromediterranea l'obiettivo è arrivare ad un
assetto legislativo che preveda l'uguaglianza di diritti tra cittadini
europei ed extracomunitari, prevedendo diritti sociali di cittadinanza per gli
immigrati.
L'immagine che l'Occidente ha degli Arabi e viceversa è
distorta e stereotipata: la reale conoscenza della storia e delle tradizioni è
scarsa, cosicché il più delle volte l'immagine dell'emigrato è anzitutto
portatrice di "estraneità" e insicurezza sociale in quanto carica di
simboli destabilizzanti entità soggettiva e collettiva che mette in discussione
confini consolidati.
È necessario focalizzare il target di intervento sugli
immigrati di lunga data e di seconda generazione, in particolar modo giovani,
per la particolare pregnanza che assumono tra essi i conflitti e le
contraddizioni dell'emigrazione.
Altra questione di rilievo concerne le modalità
dell'inserimento lavorativo; la forte presenza di immigrati si rileva
prevalentemente in lavori irregolari.
Raccomandazioni
A/10.1:
Considerare gli immigrati come risorsa e potenzialità per i
Paesi di arrivo; sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore delle culture di
cui essi sono portatori.
B/10.1:
Promuovere l'armonizzazione e l'omogeneizzazione delle
legislazioni in materia di immigrazione, rifugiati e asilo.
C/10.1:
Facilitare il processo di cittadinizzazione, ovvero il
processo di progressiva acquisizione e interiorizzazione degli elementi socioculturali,
relazionali, economici e istituzionali che caratterizzano la società d'arrivo.
D/10.1:
Facilitare tra gli immigrati l'apprendimento della lingua
del Paese ospitante, in quanto la conoscenza linguistica è da considerarsi lo
strumento capace di aprire le porte dell'integrazione e di far conoscere doveri
e diritti.
E/10.1:
Prendere in considerazione come i Paesi del Sud possano
trarre beneficio dalla "fuga dei cervelli" che hanno lasciato il
proprio paese d'origine per trasferirsi in Europa.
F/10.1:
Supportare le donne immigrate nei percorsi di maternità con
l'accompagnamento di altre donne che vengono anch'esse dall'esperienza
dell'immigrazione.
G/10.1:
Creare spazi per aiutare le famiglie emigrate, specialmente
le donne e i bambini della seconda generazione, a meglio vivere la
biculturalità.
H/10.1:
Creare occasioni di confronto tra generazioni, sia nel senso
di trasmissione del sapere sia di elaborazione delle spinte critiche che
vengono dalle più giovani.
I/10.1:
Sostenere la revisione dei testi scolastici al fine di
costruire le basi per un migliore dialogo interetnico tra le due rive.
Progetti
10.1/A
Il mediatore culturale nei Paesi di
immigrazione (71)
Valorizzare la figura del mediatore culturale nei Paesi di
immigrazione, recependo esperienze positive già sperimentate e proponendone
l'istituzione sperimentale anche all'interno di aree della riva sud.
Per l'attuazione di questo progetto
si sono al momento proposti l'Associazione Alma Mater di Torino, la Regione
Puglia, la Comunità delle Università Mediterranee.
10.1/B Studi sulla tradizione favolistica e popolare (72)
Attivare studi sulla tradizione favolistica e popolare
comuni alle diverse regioni del Mediterraneo e prevedere un percorso
multimediale interattivo di confronto e dialogo tra i bambini dei diversi
Paesi, in particolare immigrati in realtà a loro estranee.
10.1/C Storie di ordinaria convivenza (73)
Collana di video sui temi dell'intercultura. Il progetto
prevede la realizzazione di cinque filmati dedicati al tema della convivenza
interculturale che raccontino alcune avanzate esperienze di integrazione oggi
esistenti negli ambiti della formazione professionale, del lavoro, della
famiglia, della scuola, della casa.
Per l'attuazione di questo progetto
si sono al momento proposti la Provincia di Torino, la Cooperativa di
solidarietà sociale Sanabil e la Fondazione Laboratorio Mediterraneo.
Sessione 10.2 - Nuove povertà e nuovi bisogni
In un'epoca di trasformazioni sociali che vedono il bacino
del Mediterraneo protagonista di scontri sociali e nuove aggregazioni, si
riafferma per tutti l'importanza della dignità della persona umana, del diritto
alla educazione, alla formazione permanente, a un impiego remunerato e a un
compenso minimo che garantisca la dignità della persona.
Sulla scena internazionale che si può prevedere in un
prossimo futuro, tutto ciò si articola con nuove e vecchie problematiche
I temi del lavoro, della crescente disoccupazione e del
rispetto dei diritti fondamentali della persona sono al centro dello scenario
di entrambe le rive.
L'esistenza sempre più largamente influenzata da eventi
lontani sui quali non abbiamo alcun controllo, fa nascere sentimenti di
impotenza e insicurezza.
La globalizzazione delle culture e dei mercati limita il senso
di appartenenza e identità propri alle antiche forme sociali con effetti
centrifughi e centripeti estraneità e sradicamento, isolamento e chiusura,
ansia nell'approccio "con l'altro".
Antiche corruzioni e crescente divario tra Paesi poveri e
ricchi rendono necessarie misure di solidarietà e welfare
L'investimento sociale deve perseguire delle politiche che
possano dare la possibilità a ciascun cittadino di partecipare in modo attivo
alla vita sociale e pubblica nei propri contesti, al fine di restituire
all'individuo il proprio statuto di cittadino.
Nell'ambito del lavoro provvedimenti per la riforma
strutturale del sistema formativo e di quello occupazionale possono consentire
di migliorare lo spirito d'impresa, accrescere la capacità di inserimento professionale
dei giovani, aumentare la capacità di adattamento tra imprese e lavoratori.
Raccomandazioni
A/10.2:
Si ribadisce l'importanza dei processi formativi quale
strumento per uscire dal circuito della disoccupazione si raccomanda di
individuare forme di sostegno attive e solidali ai giovani e alle giovani privi
d'occupazione, a partire dalla individuazione e attivazione di strumenti
educativo-formativi mirati.
B/10.2:
Si raccomanda la creazione d'imprese intermedie, altresì
dette "imprese sociali" e promosse dal settore pubblico, che
incoraggino l'autonomia personale e l'integrazione sociale per arrivare ad
integrare gruppi di individui più destabilizzati che difficilmente si possono
considerare come produttivi al di fuori di spazi di lavoro protetti.
C/10.2:
Si sottolinea l'importanza di considerare gli attori del
bisogno come risorse e non come povertà, cioè come attori del cambiamento, in
particolare nella riorganizzazione dell'assistenza e costruzione di processi
sociali
D/10.2:
Si ritiene importante iniziare a fondere i valori
dell'assistenza (solidarietà, cultura, socialità) con quelli della libertà,
dell'individualismo, del profitto, in un modello, chiamato "impresa
sociale", capace di fondere i due apporti.
Progetti
10.2/A
Rete di organizzazioni della Società
Civile (74)
Costituire una rete di organizzazioni della Società Civile
attive nella realtà e che abbiano affrontato questi problemi sul piano della
ricerca e dello studio e che sostengano gli Stati e la Società Civile nei
rispettivi compiti di solidarietà sociale.
Per attuare il progetto si è al
momento proposta la Società Umanitaria di Milano, la Fondazione Laboratorio
Mediterraneo e l'Institut Català de la Mediterrània.
10.2/B Osservatorio della globalizzazione (75)
Istituire un Osservatorio della globalizzazione a livello
mediterraneo che sappia proporre misure e provvedimenti di aggiustamento dei
processi sociali.
Si propongono la Comunità delle
Università Mediterranee e la Società Umanitaria, la Fondazione Laboratorio
Mediterraneo e l'Institut Català de la Mediterrània.
10.2/C Labmed empowerment, educazione, formazione, lavoro
Il progetto prevede
10.2.1/C Unijob - Master per accrescere le competenze al lavoro in rete (76)
Istituzione di un Master per accrescere le competenze al
lavoro in rete nei Paesi del Mediterraneo suddiviso in quattro indirizzi
· psicologia di comunità
· impresa sociale
· qualità dei servizi e prestazioni sociali
· beni culturali
In accordo con quanto raccomandato anche nelle sessioni 8
(educazione, formazione, occupazione) e 6 (patrimonio culturale), il master
intende finalizzare le competenze di giovani laureati mettendoli in grado di
agire quali agenti di trasformazione sociale, capaci di lavorare in rete e far
interagire risorse e progettualità dell'area pubblica e privata.
10.2.2/C Empowerment individuale e lavoro (77)
Attivare iniziative di monitoraggio e supporto, nonché di
educazione e formazione mirate a giovani di fasce emarginate espulsi dalla
scuola. Il progetto è finalizzato ad acquisire competenze sociali,
motivazionali e tecniche specifiche per favorire la costruzione di occasioni di
lavoro in una prospettiva di empowerment individuale e organizzativo dei
giovani.
Per l'attuazione del progetto si
sono al momento proposti la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, il Centro
Studi dell'Università degli Studi di Torino, l'Università di Lecce, il Centro
Studi e Ricerche Salute Mentale della Regione Friuli-Venezia Giulia, la
Comunità delle Università Mediterranee.
10.2/D Osservatorio sulla situazione dell'infanzia nei paesi mediterranei (78)
Il progetto si propone di stimolare la cooperazione in
favore dell'infanzia nei Paesi mediterranei attraverso
a) la creazione di una rete tra Istituzioni
capaci di alimentare le informazioni attendibili sui problemi dell'infanzia nel
contesto dei suoi diritti
b) creare opportunità per interpretare in forma
comune i principali processi di sviluppo sociale che coinvolgono l'infanzia
nell'area mediterranea
c) elaborare e diffondere un rapporto periodico
sull'infanzia nei Paesi del Mediterraneo
d) creare occasioni comuni per la formazione di
operatori di alto livello decisionale nei temi del miglioramento della
situazione dell'infanzia nel contesto dei suoi diritti.
Per l'attivazione di questo progetto
si è al momento proposto l'UNICEF International Child Development Centre.
Sessione
10.3 - Donne nel II Forum Civile Euromed.
Ripensare le differenze
Empowerment e mainstreaming sono le parole chiave
che, a seguito della Conferenza di Pechino e in applicazione delle
raccomandazioni dell'Unione Europea per promuovere pari opportunità per le
donne, propongono
— attivazione di risorse
individuali e di gruppo per raggiungere l'uguaglianza di diritti e di
condizione delle donne;
— acquisizione di potere e promozione delle donne nei
centri decisionali della società, della politica e dell'economia;
— valorizzazione
dell'esperienza, cultura, valori di cui le donne sono portatrici.
All'interno del II Forum Civile Euromed le tematiche
inerenti la condizione femminile sono state collocate trasversalmente alle
diverse sessioni; per una maggiore visibilità delle stesse si riportano qui le
raccomandazioni e le proposte inerenti le modalità di attivazione di percorsi
culturali e politici che diano voce al punto di vista delle donne nelle scelte
politiche, di programmazione e di governo dei Paesi delle due rive.
Dai lavori delle diverse sessioni sono emersi obiettivi
prioritari per l'area mediterranea
— migliorare la condizione e la
salute delle donne incrementandone la scolarizzazione e i livelli di educazione
a partire dall'incremento del tasso di alfabetizzazione;
— incrementare la partecipazione delle donne alla vita
pubblica, poiché essa si traduce sempre in un netto miglioramento sia dal punto
di vista sociale, occupazionale e sanitario del Paese che dal punto di vista
dell'insegnamento e dello sviluppo delle nuove generazioni;
— il sostegno alla creazione d'impresa attraverso la
cooperazione al fine di favorire i processi che generano reddito per le donne,
spesso prima fonte di sostegno familiare.
Si evidenzia, infine, che la
promozione dei diritti di cittadinanza giuridica, economica e politica delle
donne nei Paesi del Mediterraneo è compito ineludibile in entrambe le rive
anche laddove la cittadinanza reale non corrisponde alla enunciazione di
principi di pari opportunità.
Raccomandazioni
A/10.3:
Appello a tutte le donne e alla Società Civile
euromediterranea a mobilitarsi contro tutte le forme di violenza,
d'integralismo ed estremismo religioso.
B/10.3:
Favorire la presenza delle donne nei luoghi e processi
decisionali delle società, della politica e del sapere.
C/10.3:
Facilitare l'accesso delle donne ai posti di responsabilità
e decisione per demistificare il ruolo della politica.
D/10.3:
Trovare maggiore visibilità e sostegno anche istituzionale
per la creazione di reti.
E/10.3:
Favorire occasioni ed esperienze concrete in favore dell'integrazione
delle donne nello sviluppo.
F/10.3:
Promuovere il potenziamento delle strutture imprenditoriali
femminili: creazione di credito a favore delle donne a livello euromediterraneo
al fine di sviluppare progetti generatori di ricchezza attraverso le reti della
Società Civile, la cooperazione e le ONG di donne.
G/10.3:
Si raccomanda di sviluppare in altri Paesi l'esperienza
tunisina dei caravan multidisciplinari al servizio dello sviluppo al fine di
ristabilire la pace e promuovere sviluppo sostenibile.
H/10.3:
Si raccomanda infine di aderire e sostenere, nonché
promuovere, in quanto partecipanti al II Forum Civile Euromed, l'appello per la
raccolta di firme contro il codice di famiglia in Algeria.
Numerose associazioni di donne algerine hanno dato inizio ad
una campagna per raccogliere un milione di firme al fine di emendare in Algeria
il codice di famiglia varato nel 1984 che priva le donne algerine dei loro
diritti fondamentali. Queste donne hanno chiesto ad altre donne di sostenere la
loro campagna.
In Italia la raccolta di firme è già iniziata, l'8 marzo
1988 e, nel 1998, al termine della raccolta — in occasione del decennale —, una
delegazione di donne italiane si recherà ad Algeri per consegnarle.
Progetti
10.3/A Labmed donne
Il progetto prevede
10.3.1/A Scuola di formazione ed
educazione permanente (72)
Creazione di una scuola di formazione ed educazione
permanente per fornire alle donne delle due rive strumenti per accedere e
mantenere posti di responsabilità e decisioneSi prevedono stage di
— riattraversamento dei
percorsi istituzionali al femminile
— elaborazione delle modalità di affrontare i livelli
di responsabilità e autorevolezza
— elaborazione delle competenze relazionali e
dirigenziali
— elaborazione di suggerimenti operativi mirati a incrementare
la presenza delle donne nei processi democratici.
Per la realizzazione del progetto si
sono al momento proposti il Forum Femmes Méditerranéennes, la Fondazione
Laboratorio Mediterraneo e l'Institut Català de la Dona.
10.3/B Rete euromediterranea di donne (80)
Costruire una rete euromediterranea a partire dai centri
universitari e delle reti di donne esistenti e attive nel Mediterraneo per
attuare azioni positive anche in connessione con gli enti locali.
Per la realizzazione del progetto si
è al momento proposta l'Associazione Internazionale Donne per la Comunicazione
MEDiterranean Media, il Centro Studi "Osservatorio Donna"
dell'Università di Lecce, il Centro Women's Studies "Milly Villa"
dell'Università della Calabria, la Scuola sul ruolo della donna nel
Mediterraneo dell'Università di Ankara.
10.3/C Osservatorio sulle legislazioni dei diritti politici delle donne (81)
Istituire, in applicazione dei progetti MEDA-democrazia,
un osservatorio sulle legislazioni dei diritti politici delle donne per
studiare come sviluppare leggi per la democrazia nei diversi Paesi, per
apportare il sostegno e la formazione alle associazioni che vogliono lottare
per promuovere i diritti politici e civili delle donne.
Per la realizzazione del progetto si
è al momento proposto l'Institut Català de la Dona.
10.3/D Rete di microimprese (82)
Creare una rete di microimprese a livello del Mediterraneo
che permetta l'accesso al credito con fondi di garanzia per le donne e le aiuti
nel loro sviluppo per diventare soggetti visibili all'interno del settore
economico.
Per la realizzazione del progetto si
è al momento proposto l'Institut Català de la Dona.
10.3/E Reti di conoscenza e comunicazione (83)
Rafforzare le reti di comunicazione già esistenti, in
particolare per promuovere la diffusione delle informazioni, lo scambio e la
cooperazione per favorire processi di pace nei luoghi di conflitto.
Per la realizzazione del progetto si
è al momento proposto l'Institut Català de la Dona.
10.3/F Connessione tra il Forum Civile Euromed e il Forum Permanente della
Società Civile (84)
Mettere in connessione i lavori e le proposizioni del Forum
della Società Civile euromediterranea con il Forum Permanente della Società
Civile con sede a Bruxelles al fine di creare interconnessioni, scambio di
informazione e collegamenti perché le donne abbiano maggior peso economico e
intellettuale all'interno del partenariato euromediterraneo e delle direzioni
generali della Commissione Europea.
Per la realizzazione del progetto si
è al momento proposto l'Institut Català de la Dona.