L’ avviamento dell’Accademia del Mediterraneo e Maison
de la Méditerranée ( AdM e MdM) è concepito come un processo di valorizzazione, ossia di messa a frutto sotto i profili
culturali, scientifici, sociali ed economico-finanziari, dell’amplissimo e
già esistente asset di natura relazionale
costituito dalla multiforme e complessa famiglia di istituzioni nate per l’azione
vivificante della Fondazione Laboratorio Mediterraneo Onlus . Famiglia che
qui, per semplificare, indicheremo con la denominazione FLM. (AdM) benchè
quest’ultima non sia che la più recente, anche se forse la più ambiziosa ed
estesa, tra le istituzioni costituite quali sezioni autonome della stessa
FLM. (cfr. box 1)
1. Lo spazio
relazionale
L’asset fondamentale è dunque costituito da uno spazio relazionale, esteso, con maggiore o minore intensità, in tutti i Paesi del Bacino euromediterraneo, cui nel corso degli ultimi dieci anni si è dato vita mediante le adesioni formali di:
·
Personalità di
eccellenza della politica attiva, tra cui capi di Stato in carica;
·
Eminenti
rappresentanti della cultura euromediterranea, nelle sue molteplici
espressioni, ed in particolare accademici (tra cui i massimi rappresentanti
delle Accademie Nazionali) storici, scrittori, opinion leaders riconosciuti nei
loro paesi e nel mondo, Premi Nobel;
·
Governi
in carica di 32 Regioni, di 28 province
e di oltre 90 città (con Siviglia come capofila), tra cui alcune delle più
importanti metropoli affacciate sul mare Mediterraneo;
·
Oltre
200 Istituzioni Culturali e di ricerca, enti morali operanti nei più diversi
settori della vita sociale, civile e religiosa.;
·
168
Università, tra cui alcune delle più prestigiose ed antiche esistenti d’Europa
(con l’Università di Bologna in funzione di capofila);
per un totale di 561 organizzazioni appartenenti a
33 Paesi euromediterranei, che possono essere convocate, attraverso le infrastrutture telematiche e le azioni poste
in essere dal Progetto Integrato, ad un partenariato attivo sui processi concreti
di trasformazione dello scenario euromediterraneo.
Gli strumenti per l’attuazione di tale partenariato
attivo sono inclusi nel Progetto Integrato con la definizione di “Piani
d’Azione”(PdA).
Si tratta di uno spazio relazionale in costante allargamento, come mostra la seguente distribuzione temporale del numero degli associati:
§ 1992 é 0
§ 1996 é 42
§ 2000 é 561
Il successo della proposta associativa della
Fondazione Laboratorio Mediterraneo e dell’Accademia è stato consistente non
solo presso i Paesi Terzi del
Mediterraneo, ma anche presso le collettività del Sud dell’Europa, e del
Mezzogiorno d’Italia in particolare: alla proposta associativa formulata
dall’Accademia hanno fino ad oggi aderito 186 istituzioni locali e regionali
europee, e ben 97 Comuni italiani hanno dichiarato di voler istituire sedi
tematiche della Fondazione. Nella sola Campania 80 comuni hanno aderito al
network, 49 hanno intenzione di costituire una sede tematica, ed altri 31 hanno
predisposto progetti specifici di caratterizzazione mediterranea da sviluppare
nell’ambito del network solidale costituito dalla Fondazione.
Questo successo si deve, oltre alle tematiche adottate dall’AdM - di cui diremo più avanti - alla specifica metodologia organizzativa, fortemente ispirata al pragmatismo ed all’azione. Metodologia che fa oggi dell’AdM un poderoso piedistallo per nuove e complesse operazioni di partenariato e programmazione.
Ciascun perno del network relazionale, infatti - sia esso un individuo particolarmente influente, od una istituzione culturale - è autorizzato, ed anzi incoraggiato, a costituirsi esso stesso come soggetto promotore di progetti di cooperazione o partenariato euromediterraneo e quindi a costituirsi come elemento generatore di nuovi tessuti di collegamento. In tal modo ciascun progetto o programma, una volta adottato dal network relazionale, dà luogo in fase di concepimento ed in fase di attuazione, ad una sua propria ulteriore costellazione di soggetti ad esso collegati.
Taluni di questi nuovi interlocutori si associano all’Accademia diventandone membri a pieno titolo. Gli altri restano comunque con essa in una relazione diretta, di interlocuzione o di influenza, ancorché non formalmente definita.
Lo spazio relazionale può quindi essere descritto
come uno spazio con due densità: un “nucleo
solido", costituito dai membri associati, ed una “corona allo stato fluido”, costituita dai referenti che si trovano
nel raggio di influenza diretta nei confronti di ciascun membro associato, o
nei confronti dell’AdM come istituzione, nell’arco temporale di svolgimento di
un programma o di un progetto.
Questa stessa “componente fluida”, peraltro, rivela
sorprendenti caratteristiche di solidità interna: se pensiamo all’area di
influenza di un membro dell’AdM che sia ai vertici di un sistema istituzionale
(un regnante, un ministro in carica, un governo regionale, un sindaco, etc.)
comprendiamo come possano essere estese progettazioni ed indirizzi maturati
presso l’AdM verso altri soggetti che non necessariamente abbiano formalmente
aderito ad essa. Possiamo dire così che l’AdM ha la proprietà di
internalizzare “gratuitamente”
relazioni di comando o di influenza
messe a disposizione dalla storia e dalla società, nei diversi modelli di articolazione
istituzionale che caratterizzano i Paesi euromediterranei.
Il valore teorico attuale dell’asset relazionale che il Progetto Integrato intende valorizzare,
andrebbe pertanto misurato di conseguenza: la capacità di influenza e di
coinvolgimento operativo su cui il Progetto Integrato potrà fare affidamento è
infatti ben più vasta del già poderoso repertorio dei soci sintetizzato in
apertura.
Alcune tra le galassie relazionali dell’Accademia
(cfr. box n.1), più omogenee nella
caratterizzazione dei soggetti o negli interessi settoriali, hanno dato luogo
ad addensamenti organizzativi fortemente specializzati, e quindi alla
costituzione di nuovi istituti associativi[1]:
- LABMED
-
ALMAMED
-
ISOLAMED
-
EUROMED-CITY
Si tratta, come si può constatare per i contenuti e
le adesioni istituzionali, di network preziosissimi per l’impostazione e la
maturazione attuativa del partenariato euromediterraneo. Ciascuna di queste
istituzioni costituisce infatti un circuito relazionale pronto ad attivarsi, a
mettere in rete uomini politici, funzionari ed esperti, per individuare,
concertare e programmare l’esecuzione di piani di sviluppo di interesse comune.
In conclusione, la metodologia associativa
dell’europartenariato proposta dall’Accademia del Mediterraneo è fortemente
ispirata ad una idea di “democrazia fattuale”: riconoscere (e non contrastare) il diritto di espansione per ciascun membro
dotato di capacità propositiva, ed assecondarne la volontà di protagonismo sino
a promuovere la nascita, nel seno stesso del network, di altre istituzioni
capofila. A loro volta queste possono procedere autonomamente alla adozione di
iniziative culturali ed istituzionali, che vengono poi reintrodotte nel
circuito più vasto dell’Accademia, per aumentare la forza operativa e
finanziaria delle esecuzioni e per aumentare l’estensione dei circuiti di
valorizzazione-fruizione.
I flussi propositivi sono dunque sia di carattere
“top-down (originati cioè da deliberazioni degli organi centrali del network)
che di carattere “bottom-up” (originati cioè dall’iniziativa di membri od
aggregazioni settoriali).
Il movimento di propagazione degli effetti è
autopropulsivo, perché i risultati di
una iniziativa possono essere gratuitamente utilizzati (capitalizzati) da uno o
più operatori per ulteriori sviluppi progettuali, le cui ricadute tornano,
attraverso l’effetto di valorizzazione in rete, a beneficiare gratuitamente gli
iniziatori del ciclo progettuale. Il finanziamento esogeno di una sola
iniziativa dà quindi luogo, nell’ambito del reticolo relazionale, a molteplici
ricadute di valorizzazione: è questa la “mano invisibile” che regola i processi espansivi degli scambi nell’ambito dei partenariati a
forte caratterizzazione morale.
La Fondazione Laboratorio Mediterraneo Onlus, con la sua sezioni autonome (Accademia del Mediterraneo, Euromedcity, Isolamed, Almamed e Labmed) interpreta il consolidarsi e l’autonomizzarsi delle sue componenti organizzative periferiche come fonte di successo, nella misura in cui esse continuano a propagare uno spazio relazionale carico della stessa sostanza di solidarietà identitaria, e quindi di volontà cooperativa che sono alla base del partenariato euromediterraneo.
Pertanto, per comprendere appieno le ragioni per cui
gli asset relazionali fin qui costituiti dalla Fondazione Laboratorio
Mediterraneo possono costituire
strumento per acquisire nuova forza progettuale nella complessa ricerca
di un autentico partenariato internazionale, ed allo stesso tempo per
comprendere le relazioni funzionali tra le diverse componenti del Progetto
Integrato (che verranno dettagliatamente descritte nel seguito di questo
documento), dobbiamo guardare alla natura profonda del patto che lega entro una
sola costruzione associativa tutti i membri dell’AdM e delle altre Istituzioni
autonome nate dalla FLM.
Tale patto trova la sua ragione nella speciale
attitudine di “resistenza” che Paesi e Regioni del Mediterraneo stanno
mostrando nei confronti dell’avanzata dei processi di indiscriminata
omologazione ai paradigmi occidentali della modernità: di fronte alla evidenza
di processi di globalizzazione che travalicano ogni confine etico, il
Mediterraneo, patria di ogni etica, si oppone accanitamente all’integrazione
fondata esclusivamente sugli interessi, e paga questa resistenza con
prezzi politici, sociali ed economici
elevatissimi. Nell’evidenza di questo scenario la FLM ha posto risolutamente al
centro della propria proposta associativa un’affermazione identitaria: la mutua
riconoscibilità di appartenenza alla cultura mediterranea; comune appartenenza
che supera ogni altra connotazione: di filiazione politica, di fede religiosa,
e financo di livello istituzionale degli associati. Ne risulta uno spazio
relazionale che è prima di tutto di carattere morale e culturale,
poiché si tratta di uno spazio in cui il legame tra i membri è fondato su di
un’affermazione
identitaria.
Ma l’estendersi stesso di questa affermazione, il
mutuo riconoscersi di innumerevoli soggetti attraverso la dinamica associativa
dell’Accademia - fondata sul protagonismo e sull’azione dei singoli membri e
sulla generazione continua di proposte progettuali - implica, strettamente
connesso, il principio di “azione”, di “attività”: operare per una difesa
attiva della cultura mediterranea. E’ questo, dunque, il tratto
distintivo del network relazionale che fa da sfondo al Progetto Integrato.
La percezione di questa potenzialità è probabilmente
la vera chiave di successo dell’Accademia e delle altre Sezioni autonome della
FLM: tutti insieme costituiscono – l’unico soggetto - istituzionalmente riconosciuto con Delibere ufficiali adottate
da Stati, Regioni, Città e varie istituzioni dei Paesi euromediterranei
ufficialmente rappresentanti oltre 150 milioni di cittadini - che offra con
chiarezza un terreno di “riflessione-pianificazione” per un processo evolutivo,
politico, sociale ed economico, che
mantenga come vincolo l’identità culturale dei Popoli del mediterraneo. Non
certo nel senso di rivendicarne una
conservazione passiva ed immobilista, ma nel senso di rivendicare il
diritto ad una intelligente e condivisa riprogettazione di tale identità.
L’Accademia si è dunque caratterizzata sino ad oggi
come soggetto organizzatore di una potente infrastruttura culturale. Ma è
evidente che le potenzialità metodologiche del binomio “identità-azione”
possono essere estese a tutti i campi del contesto euro-mediterraneo,
introducendovi elementi utili anche a dinamizzare i mercati e ad accelerare il
processo di avvicinamento al regime di libero scambio.
Su questa convinzione si fonda l’azione della MdM :
aggiungere al network relazionale dell’Accademia un nuovo potente “versante
attuativo”.
La Maison de la Méditerranée si muoverà nello spazio
volontaristico-culturale creato dall’Accademia
introducendovi l’energia necessaria alla trasformazione concreta dei
mercati ed alla individuazione di terreni di convergenza, almeno limitatamente
ad alcune tematiche settoriali di interesse comune sotto i profili
economico-sociali. E tra questi, segnatamente, quelle che attengono ai mandati
istituzionali tipici dei membri dell’Accademia, tra cui:
§
la realizzazione e la
gestione delle infrastrutture nei settori dell’ambiente e delle altre utilities
urbane;
§
l’organizzazione di grandi
processi formativi;
§
l’erogazione di servizi
sanitari e di protezione sociale;
§
la valorizzazione turistica
ed altri che indicheremo più specificatamente nel
seguito del documento. Comunque tutti con il tratto distintivo di
caratterizzarsi come “mercati istituzionali”, mercati cioè al cui interno la
responsabilità degli enti pubblici, ed in particolare di quelli territoriali, è
largamente preponderante rispetto a quella degli operatori privati, poiché ad
essi compete sia la responsabilità di organizzare e finanziare l’offerta (e
quindi di installare infrastrutture ed
impianti) sia quella di definire
livello e modelli del consumo finale.
L’idea forza dell’AdM e MdM consiste nel trasferire all’interno di questi mercati euromediterranei, settorialmente specificati (ma di immensa dimensione finanziaria), i meccanismi di convenienza cooperativa che, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, costituiscono il presupposto dei processi espansivi dei rapporti di scambio nei settori di carattere culturale. In estrema sintesi, l’Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée può essere considerata come uno strumento di espansione e dinamizzazione dei mercati euromediterranei con forte caratterizzazione istituzionale.
Il percorso virtuoso che si auspica di innescare
all’interno di ciascuno di questi mercati è sommariamente descritto nella sua
forma stilizzata nel box 2. Tale
percorso è stato disegnato nei suoi tratti generali stilizzando le concrete
esperienze di partenariato attivo che la Fondazione Laboratorio Mediterraneo ha
promosso nel corso degli ultimi anni, di cui alcune nel quadro di programmi
dell’Unione europea. I meccanismi di convocazione, consultazione, interazione e
scambio su base di reciprocità, che sono gli ingredienti fondamentali dei
mercati cooperativi tra network di operatori locali, sono stati pertanto
testati effettivamente, e potranno essere realisticamente trasposti alla scala
allargata del Progetto Integrato, con fondate aspettative di successo. Si è
così pervenuti ai modelli di riferimento che tratteggiamo nel seguito.
[1]
Alcune di queste istituzioni sono addirittura precedenti
la costituzione della stessa AdM, ma oggi
sono parte organica del suo tessuto relazionale,
in virtù dello statuto unificato ed integrato recentemente sottoscritto
dai loro organi direzionali, che vede tali organismi, inclusa la stessa
AdM, essere sezioni autonome della Fondazione Laboratorio Mediterraneo Onlus
(22.12.00). Accademiamed,
Almamed,
Euromedcity,
Isolamed